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LND, Sibilia a “La Repubblica”: “inamissibile il taglio degli stipendi per i dilettanti”

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Il Presidente della LND Cosimo Sibilia è tornato a parlare, quest’oggi, degli effetti dell’emergenza Coronavirus sul mondo del calcio dilettantistico. Si è concentrato anche sul taglio degli stipendi dei calciatori, che ha definito inammissibile per i dilettanti

Il Presidente Cosimo Sibilia è apparso ancora una volta in prima linea nel difendere gli interessi del mondo del calcio dilettantistico. Il numero uno della LND è tornato oggi a parlare della questione relativa alla ripresa dei campionati, sottolineando come vi sia volontà di riprendere a giocare. Ha evidenziato inoltre la necessità di interventi governativi da porre a sostegno delle circa 20 mila squadre operanti nelle categorie riservate ai dilettanti. Infine, si è concentrato sulla questione “taglio-stipendi“. Una misura, quest’ultima, secondo lui non praticabile in categorie in cui, come in Serie D ed in Lega Pro, i calciatori percepiscono un mero rimborso spese o, al più, un normale salario.

LE DICHIARAZIONI RESE A “LA REPUBBLICA”

“Non possiamo permetterci di perdere circa 20 mila squadre in Italia. Mi aspetto un contributo da parte del  Governo. Ho apprezzato molto le parole del Ministro Spadafora: l’idea è quella di mettere sul piatto circa 400 milioni  per tutte le società dilettantistiche.

L’idea del taglio degli stipendi è una proposta irricevibile per quanto riguarda i calciatori di Lega Pro che guadagnano 2000/2500 euro al mese. Hanno bisogno di questi soldi per pagare l’affitto di casa e mantenere la famiglia. In Serie D, invece, c’è solo un minimo rimborso spese che è vitale. Il taglio è impensabile nelle categorie inferiori.

Qualora avessimo l’ok saremmo pronti a riprendere. Mi riferisco al campionato di Serie D, ma anche a quelli di Eccellenza e Promozione. Ci basterebbero 45 giorni per concludere la stagione.

 


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