Gravina: “Non ci fermeremo, allacciamo gli scarpini e iniziamo a giocare”

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Il presidente: “La battaglia più difficile sarà la riforma dei campionati, un progetto che non è più rinviabile. L’Europeo? Si farà e spero che ci siano anche i tifosi”

Innovazione, competenza, ma soprattutto continuità. Sono queste le chiavi che hanno aperto a Gabriele Gravina, nell’ottobre 2018 quando fu eletto per la prima volta alla presidenza della FIGC, la porta del mondo difficile e complesso del calcio. E saranno anche il simbolo del prossimo quadriennio, inaugurato oggi con la sua conferma alla guida della Federcalcio, il secondo tempo della “nostra partita per il futuro”, come lui stesso l’ha definita, una sfida avvincente con tanti problemi da affrontare.


“Grazie per la vostra dedizione, per la pazienza e la disponibilità – sono state le prime parole pronunciate dal neo eletto presidente – a condividere un percorso importante. Il secondo tempo della nostra partita sta per iniziare, ringrazio per la fiducia, per l’affetto. Il consenso e l’entusiasmo hanno consolidato l’elaborazione del progetto strategico. Non ci potevamo fermare e non ci fermeremo, non ci siamo tirati indietro facendo sacrifici. Il cammino sarà difficile, complesso e non senza tensioni. Ma ora è tempo di indossare gli scarpini e iniziare a giocare, sento già il fischio dell’arbitro”.

Parole che Gravina ha pronunciato tutte d’un fiato, senza interrompersi: “La nostra comunità è sempre stata una squadra dove ognuno dovrà mettere in comune il proprio interesse per il bene di tutti. Il calcio è stato una scuola di vita per tutti noi. Potevamo essere un segnale positivo per gli Italia, siamo stati un segnale di ripartenza. Noi tiriamo fuori il meglio nei momenti duri. Siamo quelli che rappresentano milioni di italiani, ai giovani dobbiamo consegnare un calcio migliore, sempre più solido, sostenibile e più bello”.

Gravina, che è stato eletto con un ampio consenso, ha promesso: “Lavorerò per ricucire le lacerazioni nel rispetto delle singole componenti. E’ giusto che il mondo dei Dilettanti, come tutte le altre componenti, abbiano massima considerazione e partecipazione al sistema. Per questo coinvolgerò tutte le componenti, molto meno i singoli personaggi”. Tanti complimenti per il neo eletto, che ha ricevuto tra le prime anche la telefonata del Ct della Nazionale Roberto Mancini, che ha voluto congratularsi con Gravina e formulare l’augurio di buon lavoro: “Voglio fare i miei complimenti – ha detto Mancini – ed augurare buon lavoro a Gravina in questo momento difficile per il calcio italiano, che potrà ancora contare sul grande impegno e sulla professionalità del presidente”

Nella conferenza stampa, che ha fatto seguito alla proclamazione, sono stati affrontati una serie di argomenti, con un occhio al futuro. A cominciare dalla riforma dei campionati e dai prossimi Europei: “La battaglia più difficile – ha sottolineato Gravina – sarà la riforma dei campionati: valuterò se ci sono le posizioni politiche per affrontarla nel Consiglio federale, ma potrebbe esserci uno strumento ancora più democratico, un’assemblea generale. Di sicuro il progetto di riforma non è più rinviabile. Intanto – ha aggiunto parlando dei programmi più immediati – dobbiamo subito attivarci per i bandi per il rinnovo degli organi di giustizia sportiva che scadono il 30 giugno; poi dobbiamo rivedere tutti i regolamenti elettorali. E ancora dobbiamo lavorare in tempi rapidi per la convocazione dell’assemblea straordinaria, in cui dobbiamo rivedere i pesi elettorali”.

Per quanto riguarda l’Europeo, il presidente è stato molto chiaro: “Ho sempre sostenuto che si possa fare, sono contento che oggi anche il vice segretario generale della UEFA Giorgio Marchetti abbia voluto ribadire questo nostro desiderio e la determinazione nel difendere l’Europeo e il suo format con il quale si è presentato a tutte le federazioni europee. Siamo convinti che ci siano tutti i presupposti per far sì che il 5-6 aprile con la UEFA ci possa essere la definitiva decisione: non se si possa svolgere così come concepito, ma che ci possano essere anche i principali fruitori che sono i tifosi. Se l’evoluzione delle vaccinazioni ci consentirà di stare più tranquilli”.

Altro argomento fondamentale, gli impianti. “Sul tema delle infrastrutture dobbiamo essere più decisi. Voglio essere egoista nell’ipotizzare che la presenza di un capo di gabinetto al Mef, che ha condiviso con noi questa esigenza, possa tradurla ora in un supporto importante. Se riusciamo a supportare la volontà di investire espressa da grandi imprenditori in piazze come Firenze, Cagliari e Milano, se togliamo questi legacci che bloccano gli investimenti, siamo già sulla buona strada”.

Ad una precisa domanda sulla sua candidatura per la Giunta CONI, Gravina ha replicato: “Il calcio ha il diritto, essendo una delle più importanti federazioni, di pensare di poter rientrare nella Giunta del CONI a prescindere dai rapporti personali tra il presidente del CONI e di una Federazione. Dovrò far leva per condividere un percorso con tutte le altre federazioni, per una FIGC che offra un supporto e dimostrazione di un modello che credo meriti maggiore considerazione, e do per scontato l’ipotesi di una candidatura che va condivisa con tutte le altre federazioni”.

Quindi il presidente Gravina ha rivolto un pensiero all’ambasciatore italiano e al carabiniere morti nell’attentato in Congo: “Siamo vicini alla famiglia, al corpo diplomatico, alle Forze dell’Ordine e a tutti gli italiani che ci fanno capire quanto sia importante in questi momenti stare insieme e quanto sia importante la vita umana”.

Da parte del presidente della LND Cosimo Sibilia, il candidato sconfitto da Gravina, la promessa di collaborazione: “Le partite si vincono e si perdono. E io me la sono giocata con lealtà e con il massimo impegno. Non ho nulla da rimproverarmi e prendo atto del risultato ampio che ha portato all’elezione di Gravina. Io e i cinque consiglieri federali della Lega Dilettanti faremo come sempre la nostra parte, sostenendo con convinzione le istanze della base e partecipando ai processi decisionali della FIGC nell’interesse comune del calcio italiano”.

 


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