Qurinale: Mattarella chiude il suo settennato con la gioia della vittoria degli Europei
SPECIALE 2021 Quirinale: Mattarella sceglie Draghi e guida Paese fuori da Covid, ma ‘resiste’ a bis
“Il tempo dei costruttori si è realizzato”. Sergio Mattarella chiude il suo settennato e, incontrando le alte cariche dello Stato per gli auguri di Natale, guarda all’ultimo “intenso” anno dell’Italia, tracciandone un bilancio “positivo”. L’appello lanciato nel suo discorso di fine anno agli italiani è stato raccolto, sia nella lotta alla pandemia che nella ripresa della vita economica e sociale del Paese. In piedi con sullo sfondo il cortile d’onore del palazzo del Quirinale, il presidente della Repubblica aveva indicatore con fiducia la direzione che il Paese doveva prendere, facendosi forza di quella unità “di sforzi per gettare le basi di un nuovo inizio”. Il 2021 che sta per chiudersi non è di certo stato un anno semplice. La pandemia segna ancora pesantemente le vita dei cittadini, ma se la guerra contro il virus non è stata vinta, la battaglia per contrastarlo, ricorda tra le righe Mattarella, ha raggiunto risultati buoni. La guardia tuttavia deve restare alta, seguendo la via della scienza e della medicina, sempre usando la giusta dose di prudenza e rigore. L’ultimo anno del mandato di Mattarella si è aperto con il Paese ancora piegato dal Covid-19, ma non spezzato. L’arrivo dei vaccini e quella solidarietà intrinseca nel tessuto sociale della maggioranza degli italiani hanno reso fieri il presidente. Tuttavia è la politica a segnare una crepa importante, con tensione sintomo di una fragilità evidente insita nei partiti, che implodono proprio all’inizio del nuovo anno.
LA CRISI DI GOVERNO – Il 2020 si chiude con sullo sfondo l’insofferenza del leader di Italia viva, Matteo Renzi, nei confronti del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, capo dell’esecutivo di cui lo stesso senatore toscano fa parte. Il rapporto si interrompe quando il 13 gennaio lo stesso Renzi ritira la propria delegazione di ministeri da palazzo Chigi. Conte, si presenta quindi alle Camere per verificare la tenuta del governo, ottenendo la maggioranza assoluta a Montecitorio e quella relativa in Senato, insufficiente per l’approvazione dei alcune commissioni. Il 26 gennaio Conte si reca quindi al Quirinale, rassegna le proprie dimissioni nelle mani di Mattarella, restando in carica per il disbrigo degli affari correnti. E’ la quarta crisi politica che il capo dello Stato si trova a dover risolvere nel suo settennato. Mattarella avvia il primo giro di consultazioni per poi affidare al presidente della Camera, Roberto Fico il mandato esplorativo per verificare se esistono le condizioni per il Conte-ter. Il 2 febbraio Fico rimette il mandato, non avendo raggiunto un accordo con i renziani. Il Paese rischia di logorarsi in una crisi che non può permettersi. Mattarella dunque prende l’iniziativa e convoca Mario Draghi, ex presidente della Bce. Segue l’appello alle forze politiche, inadempienti in questa occasione, affinché “conferiscano la fiducia a un Governo di alto profilo, che non debba identificarsi con qualunque formula politica”. Draghi avvia le sue consultazioni come premier autorizzato, ottenendo l’appoggio di tutti i partiti presenti in Parlamento, con l’esclusione di Fratelli d’Italia e Sinistra italiana. Il 13 febbraio il nuovo governo giurato al Quirinale nelle mani del presidente Mattarella ed ottiene in seguito un’ampia maggioranza in entrambe le Camere.
MATTARELLA SI VACCINA – I vaccini “sono l’unica arma a difesa della pandemia”. Le prime dosi di siero arrivano in Italia a dicembre 2020. Parte la corsa alle somministrazioni, con la macchina affidata al generale Francesco Paolo Figliulo ad imprime la svolta. La fotografia dell’Italia, tuttavia, in questo contesto la vede spaccata in due: da un lato le incertezze ei dubbi degli italiani e dall’altro troppi personaggi pubblici e non, che sfruttano popolarità e conoscenze per saltare la fila (i primi mesi del 2021 il governo decide di procedere per fasce di età, ndr). Sergio Mattarella lo aveva annunciato a San Silvestro: “Io mi vaccinirò appena possibile, dopo le categorie che, essendo un rischio maggiore, debbono avere la precedenza”. “Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere”, aveva scandito cercando di infrangere la barriera degli indecisi. Il 9 marzo Mattarella allo Spallanzani di Roma riceve la prima dose del siero Moderna, come previsto per i pazienti della sua età. Nessuna procedura di favore, il presidente segue passo passo quanto doveva essere fatto per prenotarsi, secondo le regole e le indicazioni della Regione Lazio. E lo stesso avviene per la somministrazione ei 15 minuti previsti per l’osservazione del paziente prima di lasciare l’ospedale. A catturare il momento un’unica foto ufficiale che diventa un esempio per il Paese. Nello scatto infatti Mattarella è seduto tra i suoi coetanei che si vaccinano e altri che attendono il proprio turno, come un italiano qualunque. Il capo dello Stato completa il ciclo vaccinale il 6 aprile e il 4 novembre arriva anche la ‘dose booster’. Fiducia nella scienza e nella medicina che hanno dato al mondo la possibilità di lottare contro la medicina. Ecco il principio che guida il presidente che, dopo l’assalto dei no-vax e no-green pass alla sede della Cgil ad ottobre, esprime la sua contrarietà contro teorie “antiscientifiche” e avverte: “Vogliono mettere in discussione le basi della convivenza . Bisogna sconfiggere il virus, non attaccare gli strumenti che lo combattono”. Poi la bacchetta ai media nel suo intervento alle alte cariche dello Stato: “La difesa del virus è stata la fiducia della stragrande maggioranza degli italiani nella scienza, nella medicina. Le poche eccezioni, alle quali è stato forse dato uno sproporzionato risalto mediatico, non scalfiscono in alcun modo l’esemplare condotto della quasi totalità degli italiani”.
LA VITTORIA AGLI EUROPEI, MATTARELLA COME PERTINI – Sergio Mattarella con le braccia in aria e un grande sorriso che esulta al gol del pareggio dell’Italia. E’ lo scatto che fa impazzire i social e che entra nei cuori degli italiani, che immediatamente corrono a quel lontano 1982 quando Sandro Pertini si inizia in per festeggiare l’Italia campione del mondo. E’ l’11 luglio la nazionale di calcio italiana sfida l’Inghilterra in casa propria, nello stadio di Wembley. Gli azzurri di Roberto Mancini sono sotto di un gol, ma nella ripresa ci pensa Leonardo Bonucci ha riportato la gara in una condizione di parità. Si riaccendono così le speranze che portano la nazionale vincente dopo i rigori. L’Italia è campione d’Europa e Mattarella esulta dagli spalti, mentre in Italia esplode la gioia del paese. ‘Grande riconoscenza a Roberto Mancini e ai nostri giocatori hanno ben rappresentato l’Italia e hanno reso onore allosport‘, commento a caldo. Il presidente festeggia, non negli spogliatoi come fece il suo predecessore (causa misure anti-Covid), ma sull’aereo presidenziale. ‘Torniamo vincitori’, le parole rivolte dal Capo dello Stato all’equipaggio che lo ha applaudito. ‘Ha portato fortuna’, le parole dei comandanti del volo a cui Mattarella ha risposto: ‘Tutti quanti abbiamo avuto fortuna, è stata una bella vittoria’. E’ però al Quirinale che il presidente si emoziona, quando accoglie il giorno dopo tutti gli atleti che hanno permesso l’impresa, portando il tricolore sulla cima dell’Europa del calcio. ‘Questo non è un giorno di discorsi, ma di applausi e di ringraziamenti. Non sono un commentatore sportivo, ma ieri sera hai meritato di vincere ben di là dei rigori, complimenti’, dice accogliendo squadra e staff a palazzo. Una soddisfazione che di lì a poco si ripete con le medaglie delle Olimpiadi e paralimpiadi di Tokyo. Un bottino che supera le aspettative con 40 medaglie olimpiche e 69 paralimpie, l’Italia si conferma campione nello sportivo . ‘Avete emozionato gli italiani, vi sono momenti in cui lo sport assume significati più ampi. Il nostro Paese è in ripresa, si è sentito rappresentato, si è sentito coinvolto da voi”, sottolinea soddisfatto.
MATTARELLA E IL BIS – Un mese o poco più per la convocazione del Parlamento in seduta comune, che si riunirà per eleggere il nuovo capo dello Stato. I partiti sono ancora nella fase delle schermaglie, insomma la giostra quirinalizia ancora non è entrata nel vivo. Quello che invece è stato messo in chiaro da subito da Mattarella, è la sua ‘contrarietà’ ad un eventuale bis, già in tempi non sospetti. Per capire bisogna riavvolgere il nastro e tornare al febbraio scorso quando il capo dello Stato, ricordando Antonio Segni, aveva concordato con lui che un settennato era ‘sufficiente a garantire una continuità nell’azione dello Stato’ e che la possibilità di una rielezione poteva far emergere il sospetto che qualche presidente ‘fosse atto al fine di favorirne la rielezione’ stessa. E a questa considerazione si aggiunge anche la necessità di cancellare il cosiddetto ‘semestre bianco’. Una disposizione che, dice Mattarella citando ancora Segni ‘altera il difficile e delicato equilibrio tra poteri dello Stato e può far scattare la sospensione del potere di scioglimento delle Camere in un momento politico tale da determinare gravi effetti’. Un ‘no’ secco e deciso a un eventuale remake di quanto accaduto con il bis di Giorgio Napolitano, rimarcato qualche mese dopo, ricordando un altro suo predecessore, Giovanni Leone, che allo stesso modo di Segni aveva caldeggiato un intervento in Costituzione. Le sue sono parole che pesano come macigni per i partiti pronti a sposare un bis. In questo contesto si propone la proposta di legge a firma del presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, Dario Parrini e del’ex capogruppo Pd, Luigi Zanda, che oggettivamente elimina la possibilità per il presidente della Repubblica di essere rieletto, ma in se fornisce a Mattarella la rassicurazione che dopo questa tornata elettorale, e solo dopo, questo non sarà più possibile. Voci che non piacciono all’inquilino del Colle. Dal palazzo trapela quindi ‘stupore’, che equivale a ‘irritazione’ nel lessico quirinalizio, per le interpretazioni legate alla proposta di legge dem. Eppure Mattarella non aveva nascosto la sua volontà di non soggiornare oltre il Quirinale. ‘Il mio è un lavoro impegnativo, ma tra otto mesi il mio incarico termina. Tra qualche mese potrò riposarmi’, aveva anticipato parlando prima dell’inizio del semestre bianco all’Istituto Comprensivo Fiume Giallo-Scuola Primaria Geronimo Stilton di Roma. Poi la foto scattata e postata sui social, del presidente che visita un appartamento per affittarlo do il 3 febbraio. Dimora per cui Mattarella ha già firmato, una residenza signorile tra Villa Borghese e Villa Ada che lo vedrà inquilino comune, dopo le fatiche del Quirinale.