FIGC, Gravina risponde a Malagò: “Il calcio ripartirà. Il nostro impatto economico-sociale è diverso”
La FIGC attraverso le parole del Presidente Gabriele Gravina ribadisce la propria intenzione di portare a termine tutti in campionati. Secca la risposta al numero uno del CONI Giovanni Malagò
Il calcio non si fermerà: ormai è chiaro a tutti. L’influenza economica e sociale che il mondo del pallone ha sul nostro Paese non è trascurabile e va tenuta in debito conto. È quanto è stato sostenuto anche dal Presidente della FIGC Gabriele Gravina, che nella serata di ieri è voluto intervenire in risposta alle dichiarazioni rese dal Presidente del CONI Giovanni Malagò. Il numero uno del Comitato Olimpico Nazionale aveva infatti sottolineato come la strada intrapresa dai vertici delle istituzioni calcistiche fosse in decisa controtendenza rispetto a quella seguita dalle altre Federazioni. A tal proposito, Gravina ci ha tenuto ad evidenziare la diversa portata del movimento calcistico rispetto a quello generato dagli altri sport. È poi intervenuto anche in merito alla ripresa degli allenamenti, che avverrà, a suo dire, solo dopo l’approvazione di precisi protocolli sanitari al vaglio in questi giorni.
LE DICHIARAZIONI
“Tutti si fermano e il calcio no? Non entro nel merito delle scelte che hanno adottato le altre discipline. Il calcio ha una sua specificità, lo è per dimensione, per partecipazione e per impatto economico. Le conseguenze di un’anticipata chiusura dell’attività sono sotto gli occhi di tutti. provocherebbe un notevole danno sociale, prima ancora che economico, perché rischieremmo la paralisi a causa dei ricorsi di chi si dovesse sentire leso dei propri diritti. Vogliamo concludere quello che abbiamo iniziato nel rispetto della salute di tutti i protagonisti. Per questo siamo a lavoro col Governo e con la nostra Commissione medica per stilare tutti protocolli necessari affinché lo si faccia in piena sicurezza.
L’idea è concludere le competizioni, in linea con le indicazioni degli organismi internazionali calcistici. Tuttavia, c’è un bene primario da difendere che è la tutela della salute. Abbiamo chiesto di attuare in tempi rapidi l’avvio delle procedure sanitarie. Non appena sarà definito il protocollo, ci faremo trovare pronti per riprendere gli allenamenti in gruppo alla fine del lockdown.