La notte della consacrazione di Ciro Mertens. Il “corazon” di Napoli batte per lo scugnizzo belga.
Questa notte, la stazione AV di Afragola, รจ stata erta a nuovo ๐๐ฒ๐บ๐ฝ๐ถ๐ผ ๐ฝ๐ฎ๐ด๐ฎ๐ป๐ผ. Una cattedrale, adesso, un pรฒ meno nel deserto.
Una chiesa dove celebrare un nuovo idolo con i calzonicini corti.
“๐๐ฉ ๐๐ข๐ฎ๐ฎ๐ข ๐ฎ๐ข๐ฎ๐ฎ๐ข ๐ฎ๐ข๐ฎ๐ฎ๐ข, ๐ด๐ข๐ช ๐ฑ๐ฆ๐ณ๐ค๐ฉ๐ฆฬ ๐ฎ๐ช ๐ฃ๐ข๐ต๐ต๐ฆ ๐ช๐ญ ๐๐ฐ๐ณ๐ข๐ป๐ฐ๐ฏ? ๐๐ฐ ๐ท๐ช๐ด๐ต๐ฐ ๐๐ช๐ณ๐ฐ Mertens, ๐ฉ๐ฐ ๐ท๐ช๐ด๐ต๐ฐ ๐๐ช๐ณ๐ฐ Mertens, ๐ฆ๐ฉ ๐ฎ๐ข๐ฎ๐ฎ๐ขฬ, ๐ช๐ฏ๐ฏ๐ข๐ฎ๐ฐ๐ณ๐ข๐ต๐ฐ ๐ด๐ฐ๐ฏ…”
Con questa preghiera laica, i tifosi partenopei hanno accolto, incitato, ๐๐ข๐ก๐ฆ๐๐๐ฅ๐๐ง๐ข il calciatore, belga di nascita e napoletano di adozione.
A Napoli ci sono cose sacre con le quali non si puรฒ scherzare e che non andrebbero mai messe in discussione.
๐ฆ๐ฎ๐ป ๐๐ฒ๐ป๐ป๐ฎ๐ฟ๐ผ e Diego Armando Maradonaย sono le due facce di una stessa medaglia.
Qualche anno fa il coro del San Paolo per Ezequiele Lavezzi (ale alee alee Pochooo Pochooo) fece storcere il naso a qualcuno perchรจ dissacrava e sdoganava un grido che fu solo del DIO con il 10 sulla schiena.
Oggi il “๐๐ผ๐ฟ๐ฎ๐๐ผ๐ป” batte un pรฒ piรน all’unisono, perchรจ ๐๐ฟ๐ถ๐ฒ๐ ๐ ๐ฒ๐ฟ๐๐ฒ๐ป๐ non sarร certo Diego Maradona, ma nel cuore dei “fedeli” ha giร preso un bel pรฒ di spazio e negli annali il suo nome resterร in eterno.